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22 aprile 2015

BMR-TIGERS, DICIAMO LA NOSTRA

Dopo quattro giorni e due reclami altrui diciamo la nostra. Avevamo scelto la strada del silenzio, per non appesantire di ulteriori polemiche e reazioni una situazione che non ne aveva bisogno, oltre che perché reputavamo che la querelle riguardasse il regolamento (un’affare della Fip) ed i nostri avversari, con noi spettatori terzi: essendo però stati nuovamente tirati in ballo non ci pare giusto far finta di niente, specie quando ciò che viene raccontato non è esattamente attinente alla realtà dei fatti. Non abbiamo la pretesa che ciò che scriviamo sia la verità assoluta: è semplicemente la ricostruzione del match tra BMR Scandiano e Tigers Forlì vista con i nostri occhi. Chi legge ed è parte neutrale, ovviamente, farà le dovute considerazioni.

Ma andiamo per punti:

a)      Il regolamento Fip (non nostro) prevede che l’attrezzatura di riserva dei 24”, qualora quella “titolare” non sia utilizzabile, funzioni in modo manuale, ovvero con le palette, e che il fischio allo scadere sia diverso da quello dell’arbitro, ovviamente per non renderlo confondibile. Che la responsabilità oggettiva del non funzionamento dell’apparecchio non sia nostra, appare ovvio: l’impianto non è di nostra società. Sul flauto, il pifferaio magico e tutte le altre ironie ci limitiamo a dire che abbiamo chiesto ai supporters avversari una delle loro trombe, ma ci è stata negata; abbiamo iniziato con l’unico strumento che avevamo a disposizione, peraltro accettato dagli arbitri, e tanto ci basta;
b)      In merito a quanto contenuto nel reclamo odierno dei Tigers, al paragrafo “in merito ai provvedimenti disciplinari, sottolineiamo solo alcuni aspetti: i tifosi ospiti non sono stati apostrofati per aver appeso striscioni prima della gara, ma perché sono stati fatti accomodare al PalaRegnani con largo anticipo, visto che fuori pioveva, e hanno fatto un giro sul parquet con le scarpe sporche: quale custode non si sarebbe alterato? Del conciliabolo tra allenatore avversario e arbitri dove sarebbero intervenuti con “fare minaccioso” i nostri dirigenti, non risulta traccia: come mai è stato squalificato solo il tecnico romagnolo? Evidentemente non si è rivolto con modi oxfordiani a chi aveva diretto l’incontro (e nemmeno a noi, a dire il vero). E come mai il figlio 14enne ha sentito queste fantomatiche provocazioni e minacce? Forse perché, come buona parte dei supporters ospiti, a fine gara hanno invaso il campo non certo per festeggiare la nostra vittoria?

c)       Da ultimo, un appunto: nel video avversario si dice che in panchina eravamo otto e al termine della gara un numero maggiore in campo. Eravamo ben di più sin da subito, visto che a otto si arriva solo tra giocatori di riserva, assistenti e allenatore, senza considerare dirigente accompagnatore, etc. D’altronde nel primo reclamo è stato contestato che l’ultima azione è iniziata con 24 secondi sul cronometro e non 29 come scritto nel secondo. Evidentemente la matematica è un’opinione.